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Da Cuba al Gargano, passando per Miami

Da Cuba al Gargano, passando per Miami

Intervista ad Antonio “Tony” Barranco

Ciao Antonio.

Puoi raccontarci qualcosa su di te e sui tuoi trascorsi di atleta?

Come quasi tutti i bambini cubani, la prima cosa alla quale ho giocato è stata il baseball. Ho anche giocato a pallavolo, basket e calcio. Ho giocato molte partite, correndo veloce lungo tutto il campo. Nel calcio, così come negli altri sport che ho menzionato, ho giocato a livello provinciale.

Con i trionfi di Alberto Juantorena alle Olimpiadi di Montreal del 1976, ci fu un’esplosione di giovani che sognavano di correre come lui un giorno. Avevo 15 anni e ho iniziato a correre gli 800, i 3.000 e i 5.000 metri, oltre a numerose gare tra i 3 e gli 8 km che si tenevano in altri paesi e città, arrivando a correre i 2.000 siepi ai Giochi Nazionali della Gioventù nella provincia di Cienfuegos nel 1978.

Nel 1979 sono entrato all’università. Ho cominciato ad allenarmi per correre i 3.000 siepi, 5.000 e 10.000 metri, oltre a numerose gare tra i 5 e i 15 km, correndo più volte le mezze maratone dell’Avana e di Varadero.

Sono emigrato negli Stati Uniti nell’ottobre 2003. Ogni volta che ne avevo la possibilità correvo e andavo in palestra per mantenermi in salute. Nel 2012 sono andato a vedere le gare di atletica alle Olimpiadi di Londra. Durante la prima serata ho assistito all’emozionante finale dei 10.000 metri, e a quel punto ho deciso che sarei tornato ad allenarmi e a gareggiare. Da allora ho partecipato a più di 60 gare, tra cui la gara di San Silvestre in Brasile, 4 volte la mezza maratona di Miami Beach, la mezza maratona di Miami, 2 triathlon, numerose 5k, 8k, 10k, , 4 miglia, ecc. Nel 2015 sono andato a vedere i campionati mondiali di atletica a Pechino e ho partecipato a un evento di corsa sulla Grande Muraglia cinese.

Nonostante la pandemia mi sto ancora allenando per partecipare alle gare di apertura della stagione 2022.

Passiamo all’orienteering, di cui Cuba è un membro della IOF dal luglio 1984. Tu ti sei trasferito a Miami circa 17 anni fa se ho capito bene. Conoscevi già l’orienteering quando eri a Cuba?

La storia è presto raccontata. Nel 1981 sono arrivato al 4° posto correndo i 3.000 siepi nel Primo Campionato Nazionale Universitario di Atletica di Cuba. Nello stesso anno ci furono le qualificazioni per i Giochi Nazionali Universitari. Ho partecipato ai 3.000 siepi e ai 10.000 metri piani. Nel programma di gara questi due eventi sono stati messi nella stessa sera, con 80 minuti di tempo tra l’inizio della prima gara e l’inizio della seconda. Sono arrivato al quarto posto in entrambe le gare e non sono riuscito a qualificarmi per i giochi nazionali.

Quella sera nello stadio c’era il professor Jorge Blanco, allenatore della squadra di Orienteering. Ero molto triste, a testa bassa. Lui mi vide, si avvicinò, mi mise una mano sulla spalla e mi disse: “non è il momento giusto… ma quando torno dai Giochi Nazionali voglio parlarti. Ho qualificato tre atleti che praticano l’Orienteering per questi giochi. Loro studiano matematica e corrono molto meno di te che stai studiando geografia e corri più di loro”.

Un paio di mesi dopo è venuto a trovarmi. Mi spiegò come erano le gare di orienteering e mi organizzai per andare ad allenarmi nel fine settimana al Parco Lenin, alla periferia della città dell’Avana. 

Siamo arrivati il sabato, mi ha dato una mappa e una bussola ed è subito nata una grande passione per questo sport. Alla fine dell’allenamento quel giorno mi disse: “sabato prossimo c’è la gara comunale: che ne dici?”. Sono arrivato terzo! Il sabato seguente c’era la gara provinciale a Ciudad de la Habana e sono arrivato ancora al 3° posto… e che ci crediate o no, la settimana seguente siamo andati a Holguin per il Campionato Nazionale. In quelle 3 settimane la mia vita è cambiata in meglio!

Tra il 1981 e il 1991 ho partecipato a numerose gare di orienteering. Sono entrato nella squadra nazionale cubana nel 1983 (solo 2 anni dopo aver iniziato a praticare orienteering). Nel 1984 mi sono recato in Cecoslovacchia per gareggiare nella Boemia del Nord. Nello stesso anno ho partecipato all’unica gara internazionale di orienteering mai organizzata a Cuba. Nel 1987 sono tornato in Europa per partecipare alla gara di orienteering individuale e a squadre (dove ho corso l’ultima frazione per la staffetta di Cuba) che si tenne a Rostock, in Germania. Abbiamo anche partecipato alla difficile settimana di orienteering a Varna, in Bulgaria.

A Cuba sono stato Campione Nazionale (1985) a stafetta e per due volte sono arrivato terzo ai campionati nazionali a staffetta. Sono arrivato settimo nella gara individuale, e sono stato più volte campione provinciale, universitario e vincitore della Coppa Alma Mater. In totale 8 medaglie d’oro, 4 d’argento e 6 di bronzo.

Puoi dirci qualche dettaglio in più sull’orienteering a Cuba?

L’orienteering a Cuba ha avuto diverse tappe. Dopo l’introduzione all’inizio degli anni 70, nel 1972 si tenne il primo campionato nazionale. Alla fine di quel decennio gli atleti cubani hanno iniziato a viaggiare in Europa per gareggiare e fare esperienza su altri tipi di mappe. Nel 1984 la prima ed unica competizione internazionale organizzato a Cuba ebbe luogo vicino alla Valle di Viñales, nella provincia di Pinar del Rio.

Nel gennaio 1986 un gruppo della IOF si è recata a Cuba, guidato da Peo Bengtsson per promuovere la corsa d’orientamento, insieme a Kari Sallinen, campione del mondo nel 1985 e un gruppo di atleti scandinavi di livello Elite. In due occasioni alcuni di noi che formavano la squadra nazionale cubana gareggiarono con loro. E’ stata una grande esperienza! Ho conosciuto Åsa Melkersson, amica del mio idolo e grande amico Jörgen Mårtensson, anche lui dalla Svezia.

Gli anni ’80 sono stati il decennio in cui l’orienteering ha avuto il maggior sviluppo a Cuba. Sono stati organizzati numerosi campionati nazionali, provinciali e universitari e molte altre manifestazioni di orienteering. Le mappe con i simboli dell’orienteering sport cominciarono ad essere cartografate e utilizzate per le competizioni. Diverse squadre nazionali si sono recate in Europa. L’orienteering è stato insegnato nelle scuole ai docenti di educazione fisica e le gare di orienteering hanno cominciato ad essere tenute nelle città (sprint). Questo è stato senza dubbio il periodo migliore.

Nel 1994 c’è stata una rinascita delle gare di orienteering, con buoni risultati, e oggi si tengono ancora alcune gare e si fanno sforzi per mantenere vivo questo bellissimo sport.

Abbiamo dunque scoperto di avere un amico in comune: Jörgen Mårtensson,  uno dei più grandi orientisti di tutti i tempi. Come nasce questa tua amicizia con Jörgen?

Sono arrivato per la prima volta in Europa per gareggiare nella corsa d’orientamento nell’estate del 1984 nella ex Cecoslovacchia: una 5 giorni nella Boemia del Nord. Dopo aver finito il primo giorno di gara, noi della nazionale cubana stavamo parlando ed un concorrente si è avvicinato e ci ha salutato, chiedendoci in modo molto rispettoso come era andata la nostra gara e parlandoci dei dettagli della sua gara. Dopo un po’, io ed un compagno di squadra siamo rimasti da soli a parlare con lui e a chiedergli un sacco di cose relative all’orientamento. Ha parlato molto rispettosamente dei dettagli della competizione. Abbiamo continuato a fare domande, e lui continuava a risponderci e a incoraggiarci. Dopo molto tempo ci siamo salutai e lui ci ha augurato buona fortuna.

Qualche ora dopo ci siamo ritrovati nella zona dove erano stati esposti i risultati ufficiali della competizione. C’era anche quell’atleta. Ha salutato tutti e poi si è concentrato su di me e il mio compagno. Continuavamo a fargli domande e lui continuava a risponderci con consigli davvero preziosi relativi al modo in cui si stava allenando e preparando per le gare. Noi ci siamo chiesti: chi è questo atleta?

Il secondo giorno della competizione la gara era valida per la Coppa del Mondo. Lo incontrammo di nuovo. Questa volta aveva una fasciatura su una delle caviglie. Gli chiesi cosa gli era successo e come si era classificato. Mi disse che aveva avuto un infortunio ed era arrivato nono. Avevo già qualche conoscenza di base della fisioterapia, così dissi al mio compagno che era molto difficile correre con quel tipo di infortunio e ancora più difficile arrivare al 9° posto. Gli chiedemmo di dirci dove alloggiava per poter venire a trovarlo più tardi e scoprire come stava.

Quando abbiamo finito, una traduttrice che ci stava aiutando ci ha chiesto se sapevamo con chi stavamo parlando e le abbiamo detto: nessuna idea di chi fosse!

Ci ha detto: si chiama Jörgen Mårtensson ed è un atleta d’élite di alto livello. Sono rimasto molto sorpreso perché continuava a parlarci come se fossimo al suo stesso livello agonistico. La sua modestia, la competenza, la sincerità e la gentilezza ci hanno fatto sentire al suo livello. Questo ci ha incoraggiato e abbiamo chiesto il permesso di visitarlo e chiedergli come stava andando il suo infortunio.

Più tardi arrivammo dove alloggiava, ci presentò ai suoi compagni di squadra, mi regalò una divisa da corsa della squadra svedese che ho tenuto per molti anni e con la quale non ho mai corso nella foresta perché non si rovinasse.

Tornammo a Cuba prima della fine della competizione e ci tenemmo in contatto per lettera per altri 6 o 7 anni. Mi mandava riviste con informazioni sull’orienteering. A quell’epoca non c’era internet ma io seguivo i suoi risultati e con i miei compagni celebravamo i suoi trionfi nei campionati del mondo del 91 e 93 e in altre competizioni.

Nel 1987 sono tornato a competere in Europa, ma purtroppo non abbiamo potuto incontrarci. E’ diventato il mio idolo sportivo ed un esempio come atleta e persona senza mai poterglielo dire. So che è stato 2 volte a Cuba, ma io vivevo già a Miami.

Nel novembre 2021 un amico e compagno di squadra della nazionale cubana di orienteering mi ha inviato una che lo ritraeva insieme a due ex atleti di classe mondiale. Ho scoperto che erano Jaroslav Kacmarcik e Jörgen Mårtensson. Non potevo crederci! Attraverso l’account di mio figlio su Facebook ci siamo contattati ed è rinata quella grande amicizia che gli oltre 30 anni trascorsi non potevano cancellare. Sono molto felice di sapere che, se Dio vuole, ci incontreremo a Vieste ai WMOC.

È stato Jörgen Mårtensson a parlarmi di questo campionato mondiale, e non ho esitato a dirgli: ci vediamo lì fratello, stammi bene! Non vedo l’ora di andare a Vieste, perché sarà come viaggiare indietro nel tempo agli anni ’80 e allo stesso tempo al futuro che ci aspetta per correre di nuovo l’orienteering, ma questa volta nella stessa fascia d’età e con molta più esperienza, orgoglioso di fraternizzare con un grande campione e con gli altri grandi campioni che ci saranno. La mia famiglia sarà lì a sostenermi, cosa posso chiedere di più?

Ringrazio Dio per avermi dato così tanta gioia e felicità!

Quanto conosci dell’Italia, e cosa ti aspetti dai prossimi WMOC 2022 in Puglia?

Nell’estate del 1993 andai in Italia, perché a Cuba lavoravo a Villa Tropico (un hotel che riceveva solo turisti italiani) gestito dall’agenzia “I Viaggi del Ventaglio” che voleva che sperimentassimo un hotel che gestivano in Sardegna. Ho avuto la possibilità di visitare Milano e le zone intorno al Lago di Como.

Sono tornato in Italia nel 2016 come turista, prima a Venezia e poi a Roma. Mi piace molto l’Italia: la sua geografia, la sua storia, la sua cultura, il suo cibo ma soprattutto la sua gente. Ho molti amici qui che hanno lavorato insieme a me a Villa Tropico e sono molto grato ad uno in particolare: Guido Berthony, che nel 1994 era direttore generale in un momento in cui l’amministratore della parte cubana voleva togliermi ingiustamente il lavoro. Guido si oppose ed io mantenni il lavoro. Io e la mia famiglia non dimenticheremo mai quel gesto da parte sua, perché anche grazie a lui riusciti a sopravvivere a quel momento difficile.

Il WMOC sarà un grande evento, sono molto felice di poter essere di nuovo in Italia, di competere nell’orienteering, di vedere e abbracciare grandi amici, è un’opportunità che aspettavo da molti anni. Competere a questo livello con atleti che sono stati campioni del mondo, vincitori di coppa del mondo, campioni nazionali, ecc. è un motivo di grande orgoglio e una sfida per me. E poi avere Jörgen Mårtensson come mio rivale, un amico, un pluricampione del mondo, uno dei più grandi, un idolo per me. Anche se non abbiamo comunicato per più di 30 anni siamo ancora amici. Lo apprezzo e lo rispetto come un fratello, quindi: che altro posso chiedere?

Ho visto che il terreno delle gare sprint sarà molto complicato. ci sono costruzioni e colline che arrivano al mare. Un terreno che mi ricorda ciò che ho visto in Sardegna, anche se non ho avuto la possibilità di fare gare di orienteering lì.  La Foresta Umbra è maestosa ed emozionante, con la sua difficile combinazione di montagne e vegetazione. Sarà una gara molto tecnica e dura. Sono sempre stato un atleta di forza con grandi capacità di recupero: cercherò di appoggiarmi a queste due doti per compensare le difficoltà tecniche e la complessità dei tracciati.